“Oh, che la mente mi si dissecchi in questo istante” (Laerte, fratello di Ophelia. Hamlet, W. Shakespeare)
Ophelia, di W. Shakespeare, è un personaggio di una tragicità devastante. Attraversa il dramma di Hamlet acquisendo progressivamente uno spessore drammaturgico che si impone al pubblico. Il racconto della suo annegare nelle acque di un ruscello, circondata di fiori, dalla letteratura è arrivato alla rappresentazione immaginifica dei dipinti. Troppo potente per lasciarla vivere solo nelle parole. Diversi compositori ne hanno tratto lavori musicali interamente dedicati a lei. Dall’innamoramento più puro, sincero, alla follia, al delirio più spaventoso. Fino alla morte nel fango. Ophelia aleggia nel dramma come un angelo caduto. Un capolavoro nel capolavoro. Il compositore australiano Brett Dean ha composto un opera su Hamlet, tratta da Shakespeare. Barbara Hannigan era Opehila. Tra i prati lussureggianti di Glyndebourne, nella campagna londinese, ha avuto la sua prima assoluta. Ebbene Barbara è stata la più straordinaria ed impressionante Ophelia che abbia mai visto in scena. Il teatro musicale potenzia la drammaturgia shakesperiana enormemente. Da Shakespeare sono stati tratti grandi capolavori. In ogni tempo. La scena della follia non l’ho mai vista recitata, e cantata, con tale intensità. Circondata da personaggi pietrificati, quanto noi in platea, Ophelia decanta le straordinarie qualità delle piante alternando abissi di dolore per la tragica scomparsa del padre e l’abbandono di Hamlet. Non riesci a distinguere l’interprete dal personaggio. Una danza sull’abisso. Per poi svanire nel nulla, e nelle parole di una narrazione straziante. Che la vede scomparire. Non c’è gesto, smorfia, espressione, cenno, che non abbia una valenza espressiva. Drammaturgica. Ogni parola, ogni nota, sono scandite con una precisione maniacale, in ogni minuziosa sfumatura, mai disturbata dai movimenti, nell’emissione. Nessuno al mondo è capace di una sintesi di talento artistico di questo livello. Voce, recitazione, danza, mimica. Tutto irripetibile, ed unico. Produzione ripresa ora alla Bayerische Staatsoper.
Photo of Barbara Hannigan, Opehlia