Senza reinvenzione, senza ampliare il repertorio, l’Opera non può avere successo a lungo termine.
Peter Gelb (Met, General Manager)
In crisi di pubblico e di entrate la nuova Stagione 2023/2024 del leggendario MET, teatro tra i più conservatori di sempre, annuncia ben n.6 opere contemporanee, delle quali n.4 nuove produzioni. Anche alla National Opera di Amsterdam da tempo hanno impostato una programmazione in questi termini, con molte nuove produzioni affidate a compositori viventi. E si registrano ora i successi di questa politica lungimirante. Proprio in questi giorni la nuova Opera “Animal farm” di Alexander Raskatov (1953) sta registrando esauriti in ogni recita.
Interessante anche il dato che nelle tematiche si affrontano problemi di attualità. Al festival di Aix en Provence potremo presto assistere ad una prima assoluta di una nuova Opera di George Benjamin, tra i compositori più eseguiti al mondo. Festival che ad ogni stagione commissiona un nuovo lavoro. “Innocence” di Saariaho, recente leone d’oro a Venezia”, dopo la prima di Aix sta registrando crecenti consensi nei maggiori teatri. Alla Deutche Oper di Berlino questa estate una prima assoluta di Battistelli, dopo le prime di Roma e Venezia. Alla Scala l’ultima opera commissionata fu una iniziativa di Pereira nel 2018, produzione peraltro straordinaria che ha avuto diverse riprese in Europa. Ieri è stata annunciata una nuova commissione per adolescenti, per la stagione 2024/2025. Insomma l’Opera sta cambiando, finalmente guarda avanti. Una nuova scossa a palinsesti che tendono a riflettersi tra loro senza fine, sempre uguali a sé stessi. E la notizia è che lo si fa per tenere vivo il botteghino. L’incubo di ogni conservatore….