Mi mancherà, moltissimo. Scompare oggi una grandissima compositrice. Ad Aix en Provence due anni fa incontro all’ingresso del teatro Kaija, in carrozzella. Non sapevo le avessero già diagnosticato un male incurabile. Al Festival davano la prima mondiale di quella che diverrà la sua ultima Opera: “Innocence”. Opera che oggi viene rappresentata in tutti i piú importanti teatri del mondo. Fu un successo enorme, plateale. Anche tra il pubblico comune, non specificamente interssato alla musica contemporanea. Un’opera splendida. Non conoscevo questa compositrice ma ne ero affascinato. Da allora ho quasi l’intera sua produzione, fortunatamente ha inciso moltissimo. Nel medesimo anno Lucia Ronchetti le attribuisce il leone d’argento alla carriera. Quella edizione della biennale di Venezia è dedicata a lei, ed è stata una delle più belle ed interessanti edizioni degli ultimi tempi. In quella circostanza ho avuto anche l’emozione di poterla incontrare e conoscere. Donna di un fascino artistico irresistibile. Consiglio a tutti coloro che vogliano interessarsi alla musica del nostro tempo di cominciare proprio da lei. Dalla sua musica. Da quella peculiare scrittura onirica, timbrica. È una musica bellissima, ed unica. Originale. Che ha aperto nuove strade esplorative. Una musica molto espressiva, e significativa. Impegnata. Che affronta la nostra epoca. E che sa arrivare al cuore del pubblico.

“L’arte ci fornisce strumenti incredibili per affrontare le nostre emozioni e la nostra intelligenza emotiva nel suo complesso. Esistono tutte quelle forme di arte terapia proprio perché le arti hanno tali poteri curativi. Sarebbe uno shock se i bambini fossero privati di tutto questo. Pensate a tutti quei ragazzi. Per empatia e tolleranza, l’arte è un potente strumento di educazione”

Karija Saariaho

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